Francesco prediligeva vivere fra la gente povera e semplice, fra i contadini e i pastori, come nell’eremo di Greccio (in provincia di Rieti), dove nel 1223 decise di celebrare il Natale, chiedendo al sacerdote di celebrare la messa all’aperto, davanti alla greppia piena di fieno, alla presenza del bue e dell’asino. Francesco predicò con grande dolcezza della nascita del “Bimbo di Betlemme”. Voleva rendere visibili i disagi in cui si era trovato il Bambino Gesù nella grotta in quella gelida notte, per la mancanza delle cose necessarie a un neonato.
Il bue e l’asino non fanno parte del racconto evangelico ma figurano nei Vangeli apocrifi, quelli cioè che la Chiesa non ha mai riconosciuto come scritti dai quattro evangelisti. A Francesco i due animali parvero una presenza essenziale per il loro significato simbolico. Secondo i Padri della Chiesa, ad esempio sant’Agostino, il bue rappresenta gli ebrei, l’asino i pagani, il fieno, l’ostia della salvezza Francesco vedeva nel bue e nell’asino gli ebrei e i musulmani che avrebbero conosciuto Cristo nel tempo, compiendo il disegno provvidenziale del Salvatore. Era un tempo di crociate. Il Santo era stato in Egitto durante la quinta crociata, che si era conclusa in un disastro, per i crociati, nel 1221; di persona era stato testimone di massacri e di violenze. Il cuore del messaggio francescano era invece la pace: pace come situazione sociale e pace soprattutto come situazione interiore.
Non invidiare il prossimo, non desiderare i suoi beni, non sopraffarlo, ma ascoltare con comprensione e mitezza di cuore, predicava Francesco. Il podestà e il vescovo di Assisi, coinvolti in un’aspra lite si abbracciarono, commossi dal Cantico delle creature che il Santo aveva fatto loro ascoltare attraverso il canto di un gruppetto di frati: si perdonarono a vicenda perché ognuno riconobbe i propri torti e comprese i problemi dell’altro. Il saluto francescano: “Che il Signore ti dia pace” si era realizzato. Francesco seguiva Cristo, venuto a portare la pace nella notte di Natale: lo proclamarono gli angeli cantando: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
(Fonte di Chiara Frugoni – www.sanfrancescopatronoditalia.it)
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