Ci sono altri curiosi ad ammirare i personaggi già realizzati, che apparentemente potrebbero essere scambiati per lignei, in terracotta o addirittura in bronzo, ma sono invece l’essenza ultima di quest’arte tramandata di generazione in generazione. Un’arte che oggi ha un luogo deputato dove mettersi in mostra, perché da fine 2009 è stato aperto il Museo della Cartapesta nel Castello Carlo V. Qui, attraverso immagini e video, ma principalmente con la ricostruzione di un’antica bottega artigiana, si possono scoprire le tecniche usate dai maestri e gli strumenti utilizzati per realizzare le statue di cartapesta. Come quelle della collezione capace di coprire un arco di tempo che va dal XVIII secolo ad oggi. Circa 80 opere prodotte dai maggiori cartapestai leccesi, come Mazzeo, Errico, Caretta, Pantaleo, Capoccia, Guacci, Gallucci, Indino Malecore e Surgente. Ma anche internazionali, come Emilio Farina e la brasiliana Lucia Barata.
L’entrata si trova sul lato nord del cortile interno, sotto il portico medioevale accanto alla Torre Magistra. Si scendono pochi gradini e nelle tre sale un tempo occupate dalle scuderie della guarnigione, compaiono opere d’arte che potresti trovare nelle cattedrali spagnole di Avila, Toledo o Salamanca. Ma, seppure ne sia pari la bellezza, queste antiche opere sacre non sono in legno, bensì realizzate strato su strato con carta sapientemente lavorata. Nel Castello Carlo V sono attivi numerosi laboratori didattici, tra i quali anche quello sulla lavorazione della cartapesta leccese. L’intento è di far avvicinare i ragazzi a quest’arte tradizionale con un approccio esperienziale alla materia, facendogli realizzare oggetti che poi porteranno a casa.
(Fonte http://www.terreincognitemagazine.it/lecce-larte-tradizionale-della-cartapesta/)
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