La memoria della nascita di Gesù si tramanda oggi anche con l’usanza popolare della tradizione del presepio. Si attribuisce a San Francesco la riproduzione del primo presepe della storia.
La tradizione agiografica ricorda, ma senza certezza storica, che Francesco, recatosi in Terra Santa, abbia visitato Betlemme e, portando con se il ricordo della Città dove è nato il Salvatore, abbia riprodotto l’immagine della Natività nella famosa Notte di Natale presso Greccio (1Cel 84-86).
Infatti, Francesco, ansioso di far toccare con mano ai fedeli l’esperienza fatta dal Figlio di Dio, umiliato e incarnato in forma umana, volle mettere in atto questa rappresentazione, raccontata nelle biografie del Santo sia da Tommaso da Celano che da Bonaventura da Bagnoregio.
In questo episodio si dice che Francesco preparò una greppia con il fieno, vi fece condurre un bue e un asino e davanti a essa fece celebrare la Santa Messa, assieme a una moltitudine di gente arrivata da tutta la regione.
Il suo amore per la solennità del Natale e la sua devozione all’immagine della natività, trova la sua massima ispirazione nel Mistero dell’Incarnazione, dove il Santo riconosceva l’umiltà e la povertà della nascita del Messia. Francesco vede questo rinnovarsi nel sacramento dell’Eucarestia, dove Gesù discende ogni giorno attraverso le mani del sacerdote. Il racconto dipinge un quadro di grande semplicità e tenerezza: Francesco, nella Notte del 25 dic. del 1223, preparò la celebrazione Eucaristica chiedendo aiuto al suo amico Giovanni Velita per riprodurre la scena della nascita del Bambino a Betlemme e, come lui stesso disse “in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per mancanza delle cose necessarie a un neonato” (1Cel).
Arriva la Notte Santa e Francesco insieme ai frati e ad alcuni fedeli si reca nel luogo pronto con la mangiatoia, il fieno, l’asino e il bue. Dopo “alcune dolci parole” predicate da Francesco, ecco che la visione del Bambino compare sul fieno. L’evento miracoloso scuote gli animi e i cuori dei più che si sentono toccati dall’esperienza fatta. In questa azione il Santo volle rendere di facile comprensione ai fedeli, il Mistero dell’Incarnazione.
La devozione, tipica della spiritualità francescana, ha sicuramente contribuito a sviluppare l’uso di rappresentare il Presepe, pratica che è arrivata fino ai giorni nostri.
In preparazione alle solennità natalizie la sera della Vigilia di Natale, all’interno della Grotta della Natività, viene rievocato dai frati francescani l’episodio del Presepio di Greccio che vede protagonista il padre Francesco d’Assisi nella contemplazione del Mistero dell’Incarnazione.
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