Che cos’è la Quaresima?
La Quaresima è il periodo di preparazione alla Pasqua, la festività cristiana che celebra la resurrezione di Gesù Cristo, il figlio di Dio.
Molti cristiani considerano i quaranta giorni della quaresima come un’opportunità di cambiare la propria vita quotidiana e avvicinarsi il più possibile a Dio.
>Cosa sono le ceneri?
L’imposizione delle ceneri è il gesto liturgico con cui si apre il tempo della Quaresima nel Mercoledì delle Ceneri (o la prima Domenica di Quaresima per il rito Ambrosiano). Nell’Antico Testamento, il simbolo delle ceneri è associato alla fragilità della condizione umana, soggetta al peccato e alla morte; richiama il carattere limitato e passeggero della nostra esistenza terrena.
– Secondo la consuetudine, la cenere viene ricavata bruciando i rami d’ulivo benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente.
Le formule che accompagnano il gesto sono due:
quella tradizionale “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai” e quella introdotta dalla riforma liturgica “Convertiti e credi al Vangelo”.
– Secondo la tradizione, la cenere usata nelle celebrazioni è ricavata dalla combustione dei rami di ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente.
>Perchè la Quaresima dura 40 giorni?
Il numero ‘Quaranta’ ha un profondo significato simbolico ed indica pienezza e perfezione. Nell’Antico Testamento è collegato a potenti azioni di Dio, come per esempio il diluvio (Gen 7,17), il tempo di digiuno di Mosé sul monte (Es 24,18), il cammino di Elia verso l’Oreb (1Re 19,8); quarant’anni corrispondono al tempo di una generazione, e quindi di un ricambio, un rinnovamento (il popolo ebraico compie la sua peregrinazione nel deserto per quarant’anni prima di entrare nella terra promessa Es 16,35);
nel Nuovo Testamento leggiamo che Gesù appare per quaranta giorni ai suoi discepoli dopo la Pasqua (At 1,3) e prima ancora, che rimane quaranta giorni nel deserto prima di iniziare la sua missione (Mt 4,2): “la Chiesa ogni anno si unisce al mistero di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 540).
Si tratta di un tempo che simboleggia tutta una vita, un tempo di lotta e sofferenza, preparazione e conversione, in attesa di un avvenimento di salvezza.
>Perchè in Quaresima si usa il colore viola?
Non è facile risalire ai motivi per cui al viola è stato attribuito un significato penitenziale; secondo alcuni l’uso avrebbe un’antichissima origine precristiana: sarebbe stato legato a periodi di carestia e alla celebrazione di un rito che preludeva ad un tempo di rinnovo e cambiamento (migrazioni per cercare cibo).
Una curiosità: l’avversione al viola della gente di spettacolo deriva dal Medioevo quando, nei quaranta giorni quaresimali, venivano vietate tutte le rappresentazioni teatrali, causando serie difficoltà economiche agli attori che vivevano solo di questo guadagno.
>Perchè si digiuna i venerdì di Quaresima?
In realtà le norme canoniche attualmente in vigore prescrivono il digiuno in due soli giorni dell’anno liturgico, il Mercoledì delle Ceneri (o il primo venerdì di Quaresima nel rito ambrosiano) e il Venerdì Santo (che si può estendere al Sabato santo, fino alle soglie della Veglia).
I due momenti di digiuno hanno significati diversi: il primo è ordinato alla domanda di perdono e alla volontà di conversione personale, mentre il secondo è segno della partecipazione comunitaria alla morte del Signore.
La pratica antica del digiuno consiste normalmente nel consumare un solo pasto nella giornata, dopo il vespro. Si è consolidata, attraverso i secoli,v con l’usanza di destinare quanto risparmiato con il digiuno all’assistenza ai poveri ed agli ammalati.
Significativo è il testo della nota pastorale dell’Episcopato italiano “Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza” (4/10/1994).
In essa si ricorda come il digiuno e l’astinenza rispondano “al bisogno permanente del cristiano di conversione al regno di Dio, di richiesta di perdono per i peccati, di implorazione dell’aiuto divino, di rendimento di grazie e di lode al Padre”.
durante la quaresima, il “digiuno” non riguarda sempre il cibo. Ci sono altri modi di praticare il sacrificio per sforzarsi di avvicinarsi a Dio. Gesù non viveva nel lusso e, quindi, rinunciare a qualcosa che non è necessario è un’altra maniera di onorare la sua vita.
Questo periodo di digiuno è anche un buon momento per dimostrare solidarietà nei confronti delle persone che non hanno abbastanza cibo..
>Perche i venerdì di Quaresima non si mangia la carne?
L’astinenza dalle carni (o da altro cibo secondo indicazione delle Conferenze Episcopali locali) è prescritta a partire dai 14 anni.
– Oggi che senso ha astenersi dal mangiare la carne?
Si tratta di un esercizio di essenzialità, nel quale si afferma l’umanità e non la pura istintualità delle nostre azioni. Per questo la pratica dell’astinenza non è legata strettamente all’oggetto della rinuncia, quanto alla sua sostanza: non avrebbe senso se, non mangiando la carne, ci si cibasse però di alimenti pregiati e costosi.
E’ utile ricordare, tuttavia, che la semplice scelta di non mangiare carne il venerdì conserva un importante significato comunicativo: rispettare questa prescrizione durante i pasti consumati fuori casa, così come preparare cibi pensati per il tempo quaresimale, è un modo semplice per dire pubblicamente la propria appartenenza a Cristo.
>Cos’è la Pasqua cristiana?
Per comprendere bene cos’è la Pasqua cristiana, occorre necessariamente dare uno sguardo alle nostre radici che affondano nell’esperienza di un popolo, quello Ebraico. Gesù era un ebreo, questo noi lo dimentichiamo, per cui tutto quello che lui ha vissuto, l’ha vissuto da ebreo, attraverso le tradizioni dei suoi padri. La nostra stessa Eucarestia che viviamo ogni domenica e che per il cristiano è una nuova Pasqua, ha le sue radici nell’ultima cena vissuta da Gesù con gli apostoli, prima della sua Passione.
La Pasqua ebraica, chiamata Pesach, celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè e riunisce due riti: l’immolazione dell’agnello e il pane azzimo.
La Pasqua con il Cristianesimo ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù.
Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d’Egitto.
>Perché la Pasqua non cade mai lo stesso giorno?
Anche la stessa data della Pasqua viene stabilita con un calcolo che deve tenere conto della luna piena del mese di marzo, perché la notte in cui gli ebrei fuggirono dall’Egitto era una notte di luna piena.
La Pasqua cristiana viene celebrata la domenica seguente il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, giorno che coincide con l’inizio dei festeggiamenti della Pasqua ebraica che dura per 8 giorni.
Ecco i criteri in base ai quali si calcola il giorno di celebrazione della Pasqua:
la Pasqua deve cadere la prima domenica seguente il primo plenilunio di primavera;
per determinare la data, in occasione del Concilio di Nicea, venne adottato il ciclo astronomico del greco Metone, vissuto nel V secolo avanti Cristo;
come base per il computo, si usa il meridiano di Gerusalemme, luogo della morte e della risurrezione di Gesù.
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